Il pellet si diffonde sempre più, sia nell’uso residenziale che industriale e, nel tentativo di produrre pellet sia a prezzi sempre minori, sia nel cercare di utilizzare materia prima che non sia soltanto legno ma anzi, nella logica della economia circolare, si prova sempre di più di produrre pellet da “scarti”, aderendo al modello della economia circolare (per approfondire vi consigliamo di leggere "Il pellet di legno e l'economia circolare").
L’RSU (rifiuti solidi urbani) in inglese MSW (municipal solid waste) rappresentano una serie di categorie di rifiuti molto diversi l’uno dall’altro.
In Italia la normativa di riferimento è data dall'art.183 del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152 (cosiddetto Testo unico ambientale), modificata dal decreto legislativo 3 dicembre 2010, n. 205 "Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive". (10G0235) (GU n. 288 del 10-12-2010 - Suppl. Ordinario n.269).
Si sa, l’argomento è in cima alle preoccupazioni delle amministrazioni, che si interrogano da decenni su come “smaltire” questi rifiuti che per comodità possiamo riepilogare in questo modo:
• rifiuti domestici;
• rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli domestici, ma analoghi ai rifiuti urbani;
• rifiuti provenienti dalla pulizia delle strade;
• rifiuti di qualunque tipologia, posizionati sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private soggette ad uso pubblico o sulle spiagge e sulle rive dei corsi d'acqua;
• rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali;
• rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività cimiteriale.
Insomma tanta roba, e da qualche tempo si cerca di utilizzare parte della RSU per la produzione di energia.

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